Dottor Francesco Ascione
Consulente Ortopedico Chirurgico
- Professore Associato in Ortopedia e Traumatologia
- Consulente Ortopedico Chirurgico in Campania, Lazio e Puglia
- Master Courses in Chirurgia Protesica e Artroscopica, Chirurgia della Spalla, del Ginocchio, dell' Anca e della Caviglia-Piede, in Italia, Europa e USA.
Metto in pratica tecniche mininvasive per l’impianto di protesi di Ginocchio (totali e monocompartimentali), Spalla (endoprotesi e totali) e Anca (endoprotesi e totali), nonché mi occupo di Artroscopia e chirurgia ricostruttiva/traumatologica delle principali articolazioni.
Nella mia carriera professionale ho collaborato con diverse strutture pubbliche e private nel campo Ortopedico, Protesico ed Artroscopico nonché in Chirurgia dello sport.
Lungo tutto l’anno 2016 ho conseguito una Fellowship presso il “Centre Orthopédique P. Santy” e “Hôpital Privé J. Mermoz” di Lione in Francia, lavorando quotidianamente con uno dei padri della moderna chirurgia della Spalla, Gilles Walch.
Nel 2017 ho portato a termine TRE Fellowship: presso la New York University (Prof. JD Zuckerman), presso il JFK Hospital a West Palm Beach, FL, USA, e presso il Texas Orthopedic Hospital a Houston, TX, USA.
Durante tutto l’anno 2015, ho effettuato una Hands-on surgical fellowship presso l’ Istituto Clinico Humanitas di Milano.
Sono sempre in contatto e collaboratore di istituti e gruppi di ricerca nel campo ortopedico, nonché di aziende di protesi ortopediche, in alcune di esse svolgo il lavoro di consulente scientifico.
Autore di alcuni capitoli di libri e autore / coautore di diverse (quasi 60 al 2022) pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali
Autore di numerose presentazioni congressuali nazionali e internazionali.
Membro di alcune società scientifiche ultraspecialistiche (SIOT, SICSEG,SECEC-ESSE, AOOS, SIAGASCOT, …).
Alcuni degli interventi effettuati
Nelle forme più gravi di artrosi, in presenza di dolore subcontinuo e grande limitazione, la soluzione più efficace è rappresentata dalla protesi di ginocchio.
Nella maggioranza dei casi di media o grave gonartrosi è necessario impiantare una protesi totale di ginocchio. Tale protesi ripristina le funzioni dell’articolazione sostituendo le superfici cartilaginee consumate; è costituita da una componente femorale, da una componente tibiale e quando necessario anche da una rotula artificiale.
Tra le due componenti metalliche (tibiale e femorale) viene posizionato un inserto di polietilene. Il polietilene è una “plastica” ad alta densità, fondamentale per lo scorrimento e l’accoppiamento tra le due componenti. La funzione delle protesi è quella di alleviare il dolore, ripristinando la motilità e l’allineamento naturale del ginocchio, e di resistere quanto più possibile nel tempo all’usura dei materiali. Per ottenere questi obiettivi, i materiali impiegati per le protesi sono di elevato livello tecnologico e garantiscono una compatibilità estrema e una tollerabilità a lungo termine da parte del corpo umano. Per fissare la protesi all’osso, viene utilizzato un altro materiale, il cosiddetto “cemento”, costituito da polimetilmetacrilato (PMMA), posto tra le componenti protesiche e l’osso ospite ed in grado di fissarsi sia alla protesi che all’osso.
Oggi adoperiamo una serie di tecniche peri e intraoperatorie al fine di permettere la deambulazione appena dopo l’intervento e la dimissione in pochi giorni (FAST TRACK)
L’intervento di sostituzione del ginocchio con una protesi consiste nel rimuovere le superfici articolari del femore e della tibia, eventualmente della rotula, sostituendoli con impianti artificiali composti da leghe di titanio e acciaio e superfici di scorrimento in una plastica speciale, il polietilene.
Questo sia ad un compartimento del ginocchio che a tutto il ginocchio, quindi parlando rispettivamente di protesi monocompartimentale e protesi totale di ginocchio
La protesi monocompartimentale (o parziale) rappresenta una soluzione ideale nei pazienti con artrosi localizzata ad un solo compartimento ed è dotata di ridotta invasività grazie alla quale si può rientrare in un quadro di Fast Track (gestione perioperatoria per un recupero molto rapido e ridotta degenza ospedaliera)
Le protesi sono interventi chirurgici che consentono di sostituire l’articolazione malata con una nuova, artificiale.
L’artrosi dell’anca, o coxartrosi, è la più comune malattia che possa colpire l’anca dell’adulto. E’ una malattia cronico-degenerativa, che si instaura progressivamente e conduce ad una disabilità crescente nell’arco di alcuni anni.
Negli ultimi anni, le modifiche delle tecniche chirurgiche hanno raggiunto notevole grado di MININVASIVITA’, fino ad arrivare a tecniche che permettono di impiantare protesi senza rimuovere le inserzioni muscolari periarticolari
Il recupero veloce da questi interventi ormai è la regola, permettendo deambulazione quasi appena dopo l’intervento e degenza postoperatoria minima.
La decisione di sottoporsi ad intervento chirurgico di protesi all’anca dovrebbe essere una decisione presa di comune accordo tra voi, la vostra famiglia, il vostro Medico di famiglia, e il Chirurgo ortopedico.
L’intervento di sostituzione della spalla con una protesi consiste nel rimuovere la testa dell’omero e la porzione ossea della scapola sostituendoli con impianti artificiali composti da leghe di titanio e acciaio e superfici di scorrimento in una plastica speciale, il polietilene.
La protesi detta ANATOMICA riproduce la biomeccanica fisiologica dell’articolazione ed impiantata la protesi i tendini della spalla saranno ricollegati alle ossa e l’incisione chirurgica sarà suturata.
La Protesi di spalla totale INVERSA è caratterizzata dall’inversione della concavità e della convessità delle ossa e si basa su diversi muscoli – non la cuffia dei rotatori – per muovere il braccio. E’ una evoluzione recente della protesi di spalla.
Una Protesi Inversa di spalla funziona meglio per i pazienti affetti da artropatia della cuffia dei rotatori perché il suo funzionamento si basa su muscoli differenti da quelli che muovono il braccio in una spalla sana. In una spalla sana infatti, i muscoli della cuffia dei rotatori sono quei muscoli che aiutano il movimento e la forza della spalla. Una protesi di spalla convenzionale (o anatomica) utilizza anche i muscoli della cuffia dei rotatori per funzionare correttamente. In un paziente affetto da grave rottura dei tendini della cuffia dei rotatori, questi muscoli non funzionano più. La protesi inversa invece si affida al muscolo deltoide, non alla cuffia dei rotatori, per muovere la spalla ed il braccio.
La maggior parte dei pazienti muoverà il proprio arto il giorno dopo l’intervento e raggiungeranno il pieno recupero entro 3-6 mesi dal loro intervento chirurgico di protesi di spalla.
Fino a poco tempo fa, le procedure chirurgiche della spalla sono eseguite con grandi incisioni cutanee e aprendo l’articolazione. Con l’avanzamento della tecnologia ottica e ortopedica, siamo ora in grado di eseguire la maggior parte delle procedure in spalla, facendo incisioni molto piccole e con una telecamera (artroscopio) per visualizzare l’interno della spalla e risolvere il problema.
Prima della chirurgia, la maggior parte dei pazienti sono anestetizzati con un blocco periferico addormentando solo la loro spalla e il collo. Questo richiede molto meno anestesia e rende possibile tornare a casa lo stesso giorno e avere una più confortevole degenza, il tutto quindi in DAY SURGERY.
Piccoli strumenti sono introdotti per diagnosticare eventuali anomalie o lesioni e riparare le problematiche con varie tecniche a seconda della patologia.
I vantaggi di una riparazione artroscopica sono molteplici. Oggi in mani esperte e in equipe che eseguono molti interventi di questo tipo pressoché tutte le lesioni della cuffia dei rotatori e molti casi di lussazioni di spalla recidivanti possono essere trattate con questa tecnica
- Incisioni più piccole con evidente guadagno estetico.
- Migliore visualizzazione e riparazione di alcuni tendini come il sottoscapolare.
- Minor dolore postoperatorio.
- Minori perdite ematiche.
- Ripresa più veloce.
Casi di artrosi lieve possono essere trattati in artroscopia. Durante l’artroscopia, il chirurgo inserisce una piccola telecamera, chiamato artroscopio, nel ginocchio (o altre articolazioni). La videocamera visualizza le immagini su uno schermo televisivo, e il chirurgo usa queste immagini per guidare strumenti chirurgici miniaturizzati.
Durante la procedura, il chirurgo può sbrigliare e letteralmente pulire la parte interna dell’ articolazione in casi di artrosi. Sebbene la procedura fornisce sollievo dal dolore, ma non eliminerà l’artrosi. Se progredisce ulteriormente la chirurgia protesica può essere necessaria in futuro
Una delle più comuni lesioni traumatiche del ginocchio è una distorsione con una lesione del menisco e/o del legamento crociato anteriore
La chirurgia artroscopica è meno invasiva. I benefici delle tecniche meno invasive comprendono meno dolore e da intervento chirurgico, meno tempo di degenza in ospedale e tempi di recupero più rapidi, oltre che piccole cicatrici.